Nessun uomo è un’isola, ma molti stanno diventando iceberg. Non c’entra la glacialità dei comportamenti, che comunque spesso è presente, e non mi riferisco neanche alla parte inconscia. Vorrei soffermarmi sul sommerso, su quella parte che non si mostra, che resta inesplorata. Andare a fondo su sé stessi, oppure con chi si ha di fronte, non è né naturale né immediato. È qualcosa su cui occorre impegnarsi, su cui porre attenzione. È sempre più semplice aspettarsi che la vita scorra autonomamente, questo avverrà comunque, ma non è detto che sia conforme al proprio desiderio. Riuscire ad andare in profondità, invece, consente prima di tutto di conoscersi e successivamente di potersi mostrare per quello che si è. Difficilmente questo può avvenire quando una parte di sé, spesso anche estesa, resta sommersa a lungo. Finisce con non essere riconosciuta come propria, come se tutto quel potenziale inutilizzato fosse staccato da sé, appartenesse ad altri.
Cosa nasconde un iceberg
Ci sono risorse che non si sono mai messe in gioco o altre che si pensa di non avere piú tempo o condizioni per viverle. Piano piano ci si atrofizza, fino a congelare tutto, come un iceberg, lasciandosi sprofondare sempre piú giù. Resta solo una piccola parte all’esterno, quella che si fa vedere agli altri, quella che si sa gestire o che si ritiene più comoda. Tutto il resto spaventa, viene nascosto o realmente non si ha mai avuto modo di scoprire.
Come riportare in superficie il sommerso
Tanto, troppo, viene lasciato andare, non viene visto. Imparare a esplorarsi è un viaggio che chiunque dovrebbe potersi concedere. I rischi, qualora si percepiscano, sono sicuramente inferiori rispetto all’arricchimento che se ne ricaverebbe, sia per sé che per la possibilità di costruire progetti e relazioni più stabili. Ma la paura di contattare nuove parti di sé bisogna affrontarla. Capire quando è nata e cosa ha permesso che continuasse a predominare. Quando ci si può permettere di andare oltre, di conoscere le zone rimaste in ombra, ci si può inoltrare in una zona sconosciuta contattando risorse importanti per il proprio percorso. La paura deve diventare un’alleata, non un ostacolo. Anche il dolore può diventare un’opportunità. Bisogna imparare a vedersi nella propria interezza.