Armiamoci e… amiamoci

di | 9 Settembre 2024
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pauraA(r)miamoci, ormai la paura è il sentimento predominante nell’incontro con l’altro. Non sempre è chiaro da cosa ci si difenda. Le relazioni sono temute al punto da vederle come nemiche, se non predomina il controllo allora subentra la negazione o al peggio la “guerra”. Molti vivono barricati con le armi di cui si sono forniti nel tempo: l’egocentrismo, l’idealizzazione, la svalutazione, la repressione fino ad arrivare all’annichilimento. A volte sono processi lenti, di cui non si ha consapevolezza. Ci si ritiene vittime di un malessere esterno quando in realtà si è protagonisti del graduale allontanamento da sé stessi, dall’altro e dalle relazioni. La maggior parte dei contatti esterni avvengono come l’assunzione di una terapia al bisogno. L’effetto di utilità resta temporaneo, ma le conseguenze che ne derivano scavano solchi profondi che diventano sempre più difficili da colmare. Allontanarsi dalla possibilità di entrare in relazione, soprattutto vederla come il pericolo da cui difendersi, porta inevitabilmente ad allontanarsi anche da sé, dai bisogni più profondi, da una conoscenza matura e stabile. 

Anche i rapporti terapeutici sono lo specchio di questa paura. Si è sempre più difesi, sfiduciati e controllanti. Quando queste barriere non vengono valutate e affrontate si rischia di ritrovarsi ancora più soli, confermando le proprie aspettative. Eppure la cura sta proprio in ciò che si cerca di evitare. La relazione è fondamentale, l’incontro con l’altro è sempre una riscoperta anche di sé, non un braccio di ferro in cui non si vuole cedere. Il rapporto con il terapeuta parte da questo, da questo incontro, potersi permettere di viverlo è un primo passo e anche già un buon risultato.

Quali alternative cercare

I nemici vanno individuati in chi destabilizza negativamente il proprio equilibrio, mentre potersi lasciar andare in una relazione o in un incontro che soddisfi e realizzi i propri bisogni più profondi porta a ritrovare un nuovo assetto. Ogni passo in avanti è un temporaneo sbilanciamento per poi ritrovare un nuovo equilibrio, ma se non ci si fida delle proprie gambe o del terreno su cui si cammina si rischia di restare fermi e riattivare inevitabilmente un circolo di sfiducia e frustrazione.

Ogni incontro può essere un’occasione per trovarsi, mentre continuare a difendersi alimenta la paura  compromettendo una sana crescita e la possibilità di vivere pienamente la propria vita. Per permetterselo occorre ritrovare la fiducia, riuscire a scoprire cosa altro ci può essere senza pensare di conoscerne già l’esito o di indirizzarlo nell’unica via che si è già percorsa. Le strade possono variare così come le destinazioni a cui portano, deposte le armi si può, con più probabilità, riuscire  a entrare in contatto con nuove possibilità. 

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