Il mercato dei narcisisti

di | 16 Maggio 2023
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Narcisisti Piccoli (e tanti) narcisisti crescono

Dall’ascolto delle esperienze diffuse sembra ci sia una proliferazione costante di narcisisti, un dilagante contagio che interessa ormai la maggioranza delle persone in circolazione. Ma è veramente così o dobbiamo pensare che il problema sia nelle relazioni e nella società? Ormai l’appellativo (o addirittura la diagnosi) di narcisista viene dato a chiunque non si interessi pienamente all’altro. La responsabilità di ogni relazione insoddisfacente viene attribuita a questa patologia. Bisognerebbe conoscerla bene per poter fare le giuste considerazioni, invece di fermarsi a giudizi superficiali, attribuendo disturbi di personalità a chi si frequenta senza mettersi in discussione, percependosi come parte passiva all’interno della relazione.

Invece siamo tutti protagonisti nell’impoverimento delle relazioni. La costante attenzione al perfezionismo costringe tutti a standard talmente elevati da non potersi permettere di “incontrare” l’altro perché occupati a mostrare il meglio di sé, fermandosi, purtroppo, all’apparenza, propria e di chi si ha di fronte. Bloccati in un fermo immagine, possibilmente muniti di appropriati filtri, che non mostrano nulla di quello che si è, pertanto non ne consentono l’approfondimento. Non ci si può permettere di sbagliare, di ingrassare, di invecchiare o di soffrire, in poche parole quasi non ci si può permettere di vivere. C’è chi ne resta schiacciato, intrappolato, senza appigli per trovare un contatto con la realtà. Se la propria identità traballa, o si è ancora in un’età in cui la si sta costruendo, è facile cadere in queste trappole e non avere i mezzi per poterne uscire. 

Come liberarsi dagli schemi

Le risorse ci sarebbero, ma non vengono scoperte fino a quando si cerca solo di omologarsi a canoni prestabiliti che annullano ogni individualità. L’attenzione è costantemente su sé stessi, ma sempre in funzione di come si viene visti dall’altro. Non ci si interroga più sui propri desideri. Si finisce con non conoscerli neanche, per potersi adeguare a quelli che sembrano bisogni impellenti, legati a un ideale irraggiungibile. Frustrazione e delusione ne sono gli effetti, anche se non vengono riconosciuti, per far posto a nuove sfide e nuovi tentativi di emulazione, allontanandosi inevitabilmente sempre di più da sé stessi.
Un vortice che continua a tirare verso il basso, in un appiattimento in cui è impossibile riconoscersi. Sembra una condanna terribile, un girone dantesco, ma per fortuna ognuno conserva dentro di sé un antidoto che permette di spezzare questo circolo. Non ci sono solo narcisisti, ma individui con emozioni, desideri e passioni. Spesso sono silenti e conservate in qualche angolo profondo, ma bisogna andare a riscoprirle, a dar loro spazio, tornare ad alimentarle. 

In questa società dove la corsa all’attenzione e all’apprezzamento altrui ormai è alla base della maggior parte dei comportamenti, tornare ad avere una propria consapevolezza porterebbe a svelare queste dinamiche. Solo così ci si può concentrare su ciò che si vuole veramente all’interno della propria vita. In questo modo si può puntare sulle relazioni in modo costruttivo e non competitivo, senza ambire solo a trofei da esibire, ma al proprio benessere e alla propria realizzazione.

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