Cuori con le ali

di | 12 Luglio 2017
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Queste parole sono per tutti quei sorrisi che rimarranno nei cuori di chi li ha condivisi, immutati, fermati a un tempo che non scorrerà oltre, vittime innocenti di eventi che non trovano un  significato in nessuna logica, del cuore o della mente.

L’accettazione è uno dei passi più difficili da fare quando si vivono eventi traumatici. La prima risposta al dolore spesso è la negazione e la dissociazione, la realtà di alcuni eventi è talmente intollerabile che si preferisce allontanarla, alimentando spesso un senso di vergogna che si continua a rinforzare nel silenzio e nella difficoltà di espressione dei propri sentimenti. Spesso questa reazione è in assonanza con quella delle persone che sono a conoscenza degli eventi, a volte anche in un percorso di cura, per mantenere una distanza e non “vedere” cosa è realmente accaduto. Tutto questo porta però ad un blocco del percorso di crescita o della piena espressione e realizzazione personale.

La mancanza di integrazione tra ciò che si è provato e ciò che si può esprime porta inevitabilmente ad una incoerenza, a discapito della chiarezza e dell’espressione di creatività. Le possibilità di scelta sono ridotte, spesso ci si ritrova in una coazione a ripetere, perpetuando il proprio malessere. Tutto questo è più evidente nelle relazioni, quando l’altro è ciò da cui ci si è dovuti difendere. La paura, la mancanza di fiducia verso il mondo esterno e il prossimo limitano le proprie possibilità, difficilmente ci si rivolge a se stessi e ai propri bisogni, più probabilmente l’attenzione è rivolta agli altri, al loro giudizio. Un meccanismo che rinforza le proprie insicurezze, continuando a dubitare di sé e del proprio corpo, veicolo di una mancata espressione e portatore dei segni impressi dal trauma. Il lavoro più difficile è proprio quello di rimpossessarsi delle parti di sé frammentate, riportarle a una coesione per tornare a percepirne il valore. Si parte dal proprio corpo, prendendosene cura, ascoltando bisogni e desideri, dando spazio alle emozioni e alle risorse interne.

Uscire dal vuoto che si è costruito intorno è indispensabile, per tornare a esprimere se stessi e rivalutare la propria immagine ferita, influenzata negativamente dal senso di vergogna vissuto, fino ad arrivare, o tornare, ad accettarsi pienamente.

 

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