Vuoto a perdere

di | 20 Giugno 2016
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“A forza di ridursi, ci si trova nella condizione di dover lottare con i ragni.”

Alejandro Jodorowsky

È più semplice attribuire colpe e responsabilità agli altri per i propri fallimenti, così ogni volta si perde l’occasione di conoscere nuove parti di sé, di aggiustare piccoli ingranaggi, si preferisce rinunciare e ritrovarsi sempre più sicuri di ciò che già si conosce, anche se da tempo senza alcuna soddisfazione.

Ci sono persone che nonostante continui ed estenuanti sforzi non si sentono mai soddisfatte, sempre alla ricerca di qualcosa che possa soddisfare un bisogno indefinito, in un perpetuo movimento che lascia esausti e inappagati. Ci si occupa sempre meno di quello che si desidera, lasciando il posto a ciò che in realtà vorrebbero gli altri. Aspettative e attese estenuanti dominano il presente, senza permettere un libero fluire di quelle che sono le caratteristiche personali. Ci si barrica dietro maschere o corazze per non essere colpiti, per non assumersi responsabilità, senza più riuscire a riconoscersi.  Si può raggiungere l’obiettivo di non essere feriti, ma spesso quella che sembra una soluzione finisce con il diventare essa stessa un problema. Ci si sente smarriti, lontani da quel che riguarda la parte più profonda e istintiva di sé e invece di intervenire per cambiare qualcosa si è portati a chiudersi ulteriormente e a difendersi da ogni altro stimolo o pulsione interna, rimandando qualsiasi possibilità di cambiamento. Si cerca di assumere una forma di controllo sugli eventi, sulle emozioni, in quanto queste rappresentano ciò che di più imprevedibile possa esserci. L’affettività è vissuta come un rischio, una potenziale minaccia alla propria stabilità, per questo si crea una “distanza di sicurezza” per evitare qualsiasi impatto, nell’illusione di sentirsi sicuri, nella certezza però di ritrovarsi da soli.

L’insicurezza personale è alla base di questi meccanismi, dover affrontare situazioni nuove, in cui mettersi in gioco, può sembrare insostenibile e le continue rinunce non fanno altro che alimentare questo circuito indebolendo la propria immagine e la stima personale. Si fa fatica a contare sulle proprie capacità, a metterle in gioco per raggiungere i propri obiettivi, se non si ha una consapevolezza personale, se non si è più in grado di conoscere ciò che si vuole per sé, senza condizionamenti, spesso legati a ciò che vogliono gli altri o ad esperienze passate che ci si porta dietro come zavorre.

La paura blocca ogni percezione, si è più concentrati su ciò che si vuole evitare invece di pensare a ciò che si può nuovamente far entrare o cercar di raggiungere.

Finché si resta ancorati al passato non ci si permette di andare avanti, di scoprire cosa può soddisfare nuove esigenze e di lasciarsi andare al loro ascolto.

Conoscere se stessi, limiti e pregi, avere una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni, diventa indispensabile per riempire la propria vita con ciò che appartiene al proprio modo di essere.

Scoprirsi è l’inizio di un viaggio con e per se stessi.

 

 

 

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