Quanto tempo si trascorre a preoccuparsi degli altri, senza prendersi cura di sé?
La pre-occupazione comporta il prendersi cura di qualcuno o qualcosa a cui teniamo, a cui dedichiamo le nostre attenzioni. Occorre conoscere l’altro per potersene occupare, per andargli incontro, ma cosa succede quando dobbiamo prenderci cura di noi? Quanto ci si conosce realmente? L’imperativo delfico “Conosci te stesso” ha guidato e ispirato innumerevoli riflessioni, da Socrate in poi, e solo partendo da questo insegnamento si può concretamente imparare a prendersi cura di sé.
Curarsi è sempre stato più semplice, si affida il proprio corpo o una parte di esso, per ritornare alle proprie funzionalità. Per poter prendersi cura di se stessi, invece, è necessario prima di tutto sapere di cosa si ha bisogno, ascoltare i propri desideri e le proprie emozioni mettendoli in relazione con ciò che si vive. A volte si ha solo l’illusione di occuparsi di sé seguendo le mode del momento o stimoli indotti dall’esterno e per quanto sia utile assecondare alcuni bisogni che possono far star bene nell’immediato, senza una propria consapevolezza si rischia di continuare a inseguire un benessere usa e getta, propagandato dalle varie mode del momento.
Per far questo non esistono decaloghi o regole da seguire, ma un tempo da dedicarsi per imparare o riscoprire il proprio spazio e cosa ne fa parte. Ognuno con il suo tempo, ognuno con il suo spazio.
“È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante”. Scrive Antoine De Saint-Exupery nel Piccolo Principe. Ma questa frase può valere anche per il tempo che si dedica a ciò che interessa a ciò che riguarda il proprio benessere.
Oggi sembra che il tempo non basti mai per tutto, siamo sempre di corsa, eppure ciò che manca realmente è l’attenzione che mettiamo nelle cose, perché se si crede fino in fondo a qualcosa il tempo si riesce a organizzare.
Quanto tempo dedicate a voi stessi?